Le ronde sono un’altra offesa alla nostra libertà!

.

Oggi le cose da scrivere sono così tante che non saprei nemmeno da dove cominciare. Ma, forse, è solo l’attacco di cui avevo bisogno, so di cosa scrivere.

Ancora una volta vorrei parlare di libertà, quella che, pezzo a pezzo, ci vogliono togliere, infischiandosene della Costituzione e approfittando che siamo tutti chiusi nelle nostre case.
Mentre pranzavo con mia moglie, il campanello è suonato, e fuori c’era un uomo di colore che voleva vendermi un pacco di fazzoletti di carta. Non ne avevo bisogno, ma li ho comprato perché i suoi occhi urlavano un bisogno.
Quello che mi colpiva era la sua decisione di chiudere il cancelletto che noi teniamo sempre aperto. Volevo fermarlo, ma poi ho capito che aveva paura. Lui aveva paura di me, e la sua insistenza a chiudere il cancello del giardino era il modo con il quale si difendeva da me.
Mi è venuta voglia di abbracciarlo.

Noi quel cancello lo lasciamo aperto per una scelta ideologica, non ci chiuderemo mai, noi vogliamo chiunque venga a casa nostra, noi abbiamo deciso che la nostra deve essere una casa aperta. Non abbiamo sistemi di sicurezza e anche la serratura un ladro mediamente decente l’aprirebbe ad occhi chiusi.
Eppure quell’uomo aveva paura. Sono andato allo specchio e ho visto che il mio viso non è cambiato, i miei occhi sono sempre sereni e leali. Allora capisco che non sono io che faccio paura, ma l’uomo bianco, italiano, che sono.

Allora penso a questi giorni. I titoli dei giornali e dei telegiornali gridano continuamente gli stupri di donne e bambini sempre da parte di romeni, con l’eccezione di qualche marocchino. Il nostro governo da cabaret di quart’ordine, con annessi nani e ballerine, non ha pensato a nulla di meglio che alle ronde. Anche la televisione ci ha fatto vedere quattro coglioni con una giacchetta luminescente con il simbolo del Veneto che girano con pile e cellulare.

Ho chiesto ai ragazzi qual è il numero di emergenza, e loro mi hanno risposto orgogliosi che è il nove uno uno. Troppo CSI. Mi sono immaginato il nostro ragazzino che fa il nove uno uno e gli risponde una signora americana che gentilmente chiede al nostro ragazzino cosa vuole e lui che gli urla che c’è un sospetto a Provaglio.

E i giornali ancora a urlare al solito romeno che ha confessato l’efferato delitto, senza mai nessuno che parli della vittima. Ma lei non fa notizia. Poi, sfogliando quel fogliaccio, ecco un piccolo trafiletto nel quale il ministro degli interni dice che gli stupri sono diminuiti del 25%. E allora perché le ronde? Per dare un altro colpo al nostro stato di diritto. E noi ad assentire come i cagnolini che si mettono in macchina. Ma non basta, in serata, ad una di quelle trasmissioni comuniste di raitre che vengono date alle ore più tarde possibile, una signora dice che il 75% degli stupri avvengono in casa, il 16% sono opera di conoscenti e parenti, solo il 6% è commesso da sconosciuti, e tra questi ci sono anche gli stranieri.

Eccola la conferma! Ora non ci resta che mettere nel cestino della carta questo giornale che, come tutti gli altri filogovernativi e qualcuno anche dell’opposizione, ha dimostrato di che razza sono l’arcimaggioranza dei giornalisti nostrani: servi pronti a scodinzolare al padrone e a fare a gara a chi è peggiore.

Ma gli intellettuali dove sono?

Ora lo so, siamo noi gli intellettuali, i Pasolini che fustigano i potenti. Per fortuna su internet e finchè c’è abbiamo la speranza di potere comunicare come uomini liberi. Solo che è ora di uscire, occupare le piazze, parlare fra noi. Perché non ci diamo appuntamento da qualche parte? Portiamoci anche qualche ronda e gli spieghiamo quanto sono cretini, perché altrimenti, se scoprono la verità, ce li troviamo che girano tra il salotto e la cucina

Roberto Nicoletti
arcilettore@alice.it