Per il terzo giovedì consecutivo abbiamo registrato un tutto esaurito per me inaspettato visto l’argomento (il libro).
Anch’io, pur appassionato lettore non propenso però ad ascoltare le lunghe omelie degli acculturati, sono rimasto sorpreso e rapito.
In primissimo luogo dall’impegno profuso da quattro o cinque giovani poco più che ventenni nell’organizzare serate dedicate a libri e scrittori; in secondo luogo dalla partecipazione veramente variegata in quanto a provenienze ed età; nella prima serata che ha visto la presenza di uno scrittore Piacentino si è registrata persino la presenza di giovani Padovani.
In terzo luogo sono rimasto veramente compito dalla bravura e dalla simpatia di tutti gli artisti invitati e dei loro collaboratori che hanno reso le serate veramente piacevoli. La noia che parrebbe presenza incombente in questi consessi (almeno per i non o poco addetti) non si è fatta vedere.
Ho rilevato un altro dato che mi ha spinto a scrivere la presente nota, oltre alla necessità di far sentire agli organizzatori ed agli intervenuti tutta la mia riconoscenza e partecipazione, ed è purtroppo una nota assolutamente negativa: la totale ed esasperante assenza dei Provagliesi. Non parlo della gente normale e solitamente lontana da queste iniziative. Faccio evidente riferimento ai Provagliesi acculturati e generalmente pronti a far notare l’assenza degli altri. Non ho notato la presenza, in nessuna delle tre serate, anche di un singolo rappresentante dei centri culturali provagliesi: la biblioteca, la Fondazione S. Pietro in Lamosa, La Parrocchia , associazioni varie e così via.
Ieri si parlava di Messe e abbiamo registrato la presenza di un Prete, di persone provenienti da ogni angolo della Provincia e anche di province vicine. Lo scrittore, mi si dice, non è sicuramente un simpatizzante di sinistra. Quindi nessun alibi per nessuno.
Ho assistito, seppur parzialmente perché impegnato a spillare birre e cuocere piadine, ad una conversazione protrattasi fino all’una e mezza tra lo scrittore e questi 4-5 ragazzi che si è conclusa solo perché dovevamo chiudere.
Appare evidente che i giovani non sanno solo bere, ballare e fumare ma anche creare momenti di autentica cultura. E la creano nel modo a loro congeniale: divertendo anziché annoiando.
Secondo me vanno seguiti e gratificati e speriamo in loro.
Angelo Bertazzoli
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