domenica 27 settembre 2009

Un paio di estrapolazioni dall'ultima prolussione del cardinal Bagnasco

__________ di Fabio Scovolo                                                        

Vorrei riportare un paio di estrapolazioni dall'ultima prolussione del cardinal Bagnasco all'ultimo consiglio permanente della CEI, al fine di mostrare il modo posato ma deciso con cui la Chiesa si muove e dice la sua su tutte le questioni che riguardano il bene dell'uomo, senza inveire contro nessuno ma dicendo la verità. Si legge infatti:

«È bene..essere consapevoli che la comunità cristiana mai potrà esimersi dal dire – sulla base di un costume di libertà che sarebbe ben strano fosse proprio a lei inibito – ciò che davanti a Dio ritiene sia giusto dire. Peraltro, anche quando annuncia una verità scomoda, la Chiesa resta con chiunque amica. Essa infatti non ha avversari, ma davanti a sé ha solo persone a cui parla in verità, dunque mai con parole che possano essere scambiate o accomunate a quelle legittimamente espresse in nome della politica o del costume. Questo servizio, che consegue alla nostra missione di Pastori, non può non essere colto nel suo intreccio di verità e carità, e rimane vivo e libero da qualsiasi possibile strumentalizzazione di parte».

Il cardinale parla della disciplina e dell'onore dei politici, senza colpevolizzare nessuno, neanche il premier, ma dicendo le cose come dovrebbero andare (per il bene di tutti, premier compreso):

«...chiunque accetta di assumere un mandato politico sia consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda (cfr art. 54). Come Vescovi di questo amato Paese sottolineiamo anche noi con il Papa «l’importanza dei valori etici e morali nella politica» ad ogni livello (Saluti all’Udienza generale, 1 luglio 2009). E invitiamo tutti – singoli, gruppi, istituzioni − a guardare avanti, a far tesoro dell’esperienza con una capacità di autocritica che sia in grado di superare un clima di tensione diffusa e di contrapposizione permanente che fa solo male alla società».

Parla del fine vita:

«Riguardo al “fine-vita” – tema sul quale abbiamo dovuto purtroppo registrare in questi ultimi giorni un pronunciamento quanto meno ambiguo – attendiamo una legge che possa scongiurare nel nostro Paese altre situazioni tragiche come quella di Eluana». 

Dell'immigrazione:

«A più riprese l’Italia ha cercato negli ultimi lustri delle risposte alle questioni provenienti dai flussi migratori, e ultimamente ciò è accaduto con il varo delle disposizioni in materia di sicurezza pubblica, sulle quali in verità non sono mancate da parte cattolica riserve variamente espresse. Ora, tenuto saldo il criterio esposto nella Caritas in veritate (al n. 9), secondo cui «la Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende minimamente di intromettersi nella politica degli Stati», bisogna osservare che vi è la necessità di soluzioni in grado di contemperare esigenze diverse ma, a guardare bene, non antitetiche. Il rispetto della legalità e della sicurezza dei cittadini non può essere disgiunto dalla garanzia dei diritti umani riconosciuti nell’ordinamento nazionale e internazionale, né può portare a trascurare stati di necessità e doveri da sempre radicati nel cuore della nostra gente».

della RU486:

«Sulla pillola Ru486 − su cui è stata assunta una decisione controversa, sottovalutando probabilmente, e a giudizio di molti, le notizie circa i casi avversi − noi abbiamo detto già in più occasioni quello che era doveroso dire. Ossia che è una decisione solo apparentemente rispettosa della libertà, in quanto annulla i diritti di una delle parti in causa, la più indifesa, cioè della vita appena affiorata ma già reale. [...] Su tutto ci pare che emerga il rischio di una ulteriore banalizzazione del valore della vita, con l’incremento di una mentalità secondo cui l’aborto stesso finisce per essere considerato un anticoncezionale. Che è esattamente ciò che la controversa legge 194 nella sua prima parte esclude».

e del caso Boffo (ex direttore Avvenire):

«È ancora vivo in noi infatti un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente diretto ad una persona impegnata a dar voce pubblica alla nostra comunità, ha finito per colpire un po’ tutti noi: la gravità dell’attacco non può non essere ancora una volta stigmatizzata, come segno di un allarmante degrado di quel buon vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere».

Come si può notare sono stati toccati temi salienti e all'ordine del giorno. Dove necessario sono state mosse critiche al governo in carica per certe scelte e certi modi di agire, ma senza contestare le persone ma facendo notare le azioni non corrette. Questo è un esempio dello stile della Chiesa ufficiale, è ovvio che basta chiudere occhi e orecchie in alcuni casi e aprirli in altri e si vedono critiche più a destra o più a sinistra oppure silenzi e omissioni inesistenti.
La chiarezza, la semplicità e l'equilibrio con cui si esprimono il Papa (Vaticano) e la CEI, al di la del nostro credo, dovrebbero essere da esempio per noi che scriviamo alcune nostre opinioni, ma soprattutto per chi si occupa di informazione e di politica a tutti i livelli!


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