domenica 20 settembre 2009

VOGLIONO TASSARE I TUOI RISPARMI

__________ di Franco D'Auria ____________________

Negli ultimi giorni dalle file dalla sinistra sta uscendo uno strano mormorio che, per cultura ormai assodata, rema contro gli interessi dell’Italia.

Mentre il ministro Tremonti cerca, con un modello politico ed economico in linea con le ferree regole europee, di far rientrare dall’estero i capitali illecitamente e fraudolentemente esportati od accumulati, la sinistra sta sussurrando in giro di tassare il risparmio.

Azione di delegittimazione? Certo che sì! Infatti, sulla sponda di chi ha evaso e che è comunque da condannare, si sussurra: “Lasciali lì, non riportarli in Italia perché lì, in Italia, prima o dopo te li tassano”.

Ma chi c’è che sta mettendo in giro queste voci della tassazione? Di recente, Carlo De Benedetti, discusso finanziere ed imprenditore di sinistra (qualcuno ricorda i casi Olivetti, SME, Banco Ambrosiano ,lodo Mondadori e si potrebbe continuare), nonché signore e padrone del Corriere della Sera e di altre testate dell’area di sinistra (L’Espresso, Repubblica, ecc), ha disquisito sulla opportunità di introdurre una tassa patrimoniale. Già, ma a lui cosa gliene frega. Lui dal 2009 è cittadino svizzero. Che le tasse le paghino gli italiani che non hanno la possibilità di esportare all’estero i propri risparmi.

A seguito, il suo fedelissimo collaboratore del Corriere della Sera, Francesco Giavazzi, nonché consigliere economico della Presidenza del Consiglio, dal 1998 al 2000, durante il governo D’Alema, si indigna per il basso livello di tassazione sui risparmi. Dice l’emerito professore e giornalista: “E’ il momento giusto perché i tassi sono bassi e la gente non se ne accorgerebbe”. Vale a dire: “Tanto gli italiani sono dei poveri tonti, mugugnano, brontolano e poi pagano”.

Il rischio di una tassazione di tal genere non è poi così remota se riuscissero a far cadere il governo Berlusconi. Già Giuliano Amato, esponente di spicco del Partito Socialista, poi aderente all’Ulivo e successivamente al Partito Democratico, si inventò dalla sera alla mattina (da intendersi testualmente) il prelievo forzoso del 6 per mille dai conto correnti bancari, con effetto retroattivo. Già, i più giovani non lo possono sapere, ma i genitori si ricorderanno che la mattina del giorno 11 luglio 1992, si trovarono tassati i loro risparmi depositati sui conti correnti.

Il risparmio è ed è sempre stato la ricchezza dell’Italia. Questo ci ha sempre differenziato, in positivo, dagli altri paesi. Aggredire il risparmio sarebbe un suicidio politico ed economico. Il risparmio è una colonna della nostra economia, va incoraggiato e non demolito. Confidiamo nel ministro Tremonti.

Franco d’Auria

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