mercoledì 30 dicembre 2009

La crisi morale

__________ di Franco d'Auria ____________________


L’amore deve essere la capacità di andare oltre se stessi e solo se siamo capaci di unirci nel bene siamo uomini maturi e come tali vicino a Dio e solo Dio sa chi è uomo e quanto come tale vale.
Gesù raccontò una parabola per alcuni che si ritenevano giusti e disprezzavano gli altri. Disse: "Una volta c'erano due uomini: uno era fariseo e l'altro era esattore delle tasse. Un giorno salirono al tempio per pregare. Il fariseo se ne stava in piedi e pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché io non sono come gli altri uomini: ladri, imbroglioni, adulteri. Io sono diverso anche da quell'esattore delle tasse. Digiuno due volte alla settimana e offro al tempio la decima parte di quello che guadagno".
L'agente delle tasse invece si fermò indietro e non voleva neppure alzare lo sguardo al cielo. Anzi si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me: sono un povero peccatore!".
Vi assicuro che l'esattore delle tasse tornò a casa perdonato; l'altro invece no. Perché "chi si esalta sarà abbassato; chi invece si abbassa sarà innalzato".
Non possiamo dire che la preghiera del fariseo fosse del tutto sbagliata, sbagliato è il credito che lui vantava presso Dio. Non chiede a Dio misericordia, non attende il dono del suo perdono. No, aspetta un premio che ritiene gli spetti di diritto. Il secondo è conscio di essere un peccatore, è consapevole di non aver alcunché da pretendere, niente da vantare, niente da esigere, chiede solo perdono.
La Bibbia e la Liturgia ci parlano di una luce che usciva dalla grotta di Betlemme, una luce diversa dalle altre. La luce del primo Natale fu come un fuoco acceso nella notte. Dio ama accendere luci circoscritte, per rischiarare poi a largo raggio. La Verità, come l'Amore, che ne sono il contenuto, si accendono là dove la luce viene accolta, diffondendosi poi a cerchi concentrici, quasi per contatto, nei cuori e nelle menti di quanti, aprendosi liberamente al suo splendore, diventano a loro volta sorgenti di luce.
“Noi” siamo sorgente di luce. “Noi”, con umiltà dobbiamo rivolgerci a Dio, così come il Pubblicano pregava dal fondo del tempio.
Giovedì notte ero in chiesa. Era parecchio che non ci andavo. Forse non sono un buon cristiano cattolico. Però so che quando ci vado sono presente, sia con il corpo che con lo spirito, alla funzione perché quel poco di luce che c’è in me mi risveglia e mi spinge ad essere presente.
Anni fa, parlando del più e del meno con un Monsignore, inevitabilmente, abbiamo cominciato a parlare di religione. Gli ho confessato che pensavo di non essere un buon cattolico. Volle saper il perché. Gli dissi che andavo poco in chiesa, che ero poco rispettoso dei precetti, che non santificavo le feste. Mi guardò in silenzio e poi, sorridendo, mi domando: “Ma tu, sei rispettoso della tua famiglia? Ami e rispetti tua moglie? Ami e sei vicino ai tuoi figli?”. Sì, gli risposi. Aggiunse: “Ricorda che Gesù non ha mai detto ai suoi apostoli ed ai suoi seguaci di andare in Chiesa, ne di fare la comunione tutte le domeniche. Gesù ti stima per come tu vivi la tua vita, per il rispetto e per l’amore che tu dai alla tua famiglia. Non è facile, però cerca di dare un po’ di amore anche al prossimo”.
Durante la funzione, non so perché, mi sono tornate alla mente quelle parole. Mi sono guardato in giro ed ho visto molti filistei. Gente che al primo suono di campana è lì, in prima fila a far bella mostra di se. Che pregano e dicono a Dio: “Vedi, io sono qua. Io non sono come gli altri uomini. Io sono diverso da quelli che in chiesa ci vengono di rado. Io ho i meriti di essere considerato un buon fedele”.
Finita la funzione, tante strette di mano, tanti sorrisi, tanti auguri, tanta ipocrisia. Strette di mano, sorrisi, auguri formali e di circostanza, fatti solo per mostrarsi ma con il cuore freddo.
Il nostro Parroco ha fatto la sua “predica”. Ne ascolto poche. Mi è piaciuta, questa volta. Spero che i giovani presenti abbiano capito il messaggio. Che lo abbia capito anche chi più giovine non è. Apriamo i nostri cuori al messaggio di Natale che Dio annualmente ci manda.
Dio non vuole dei figli solo obbedienti, ma dei figli capaci di amare.
L’egoismo, l’amor per sé, la voglia di apparire, l’arroganza, la tracotanza, l’alterigia ci soffocano e ci allontanano del giusto cammino. C’è chi è conscio del proprio fardello di errori e prega Dio dal fondo del tempio di essere aiutato a migliorare. Altri il fardello che hanno alle proprie spalle non lo vedono e,pensando di esserne privi, ignari dei propri errori, sono inconsciamente filistei. Inconsciamente?


Franco d’Auria

8 commenti:

  1. Ciao, bello il pensiero sul Natale, credo che in questa Europa che cerca di cancellare il Natale cristiano (e tutte le altre feste cristiane) sostituendolo con surrogati laici (cancellando di conseguenza anche origine e storia di tale solennità), un pensiero che ci riporti sulla strada originale non faccia che bene.
    Un appunto però: mi sembra che il fariseo (non filisteo), nella circostanza che hai citato, eri tu, che dal fondo della chiesa hai giudicato i fedeli più praticanti di te prendendone le distanze da pensieri che tu hai posto nella loro mente, senza pensare a chiedere eventualmente tu perdono per la tua poca presenza nella Casa del Signore e cercando invece delle giustificazioni in ciò che fai di buono nella tua vita.
    Ora anche tu penserai che sto giuducando te... Scusami non portarmi rancore, commento solo le tue parole. Sulla tua persona non pongo giudizi, siamo tutti peccatori e tutti abbiamo difetti.
    Ciao e buon tempo di Natale e te e a tutti.
    Fabio

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  2. sig. Dauria un prete mancato! Uno che avrebbe saputo riportare la pecorella smarrita all'ovile con un semplice click! Tanto per rimanere in tema ti lascio una citazione dauria: Gesù disse ai farisei, chei che laurò é semper chei!! Poi se ne andò a lavorare...dauria nn ti giudico, do solo un consiglio: lavorare di più e blaterare di meno...anni di politica buttati, continue sconfittte; ora ti rifugi in dio...

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  3. Almeno d'Auria scrive e lavora per la collettività...almeno per quelli che vogliono capire il senso dei suoi articoli.... comunque credo sia sempre meglio esprimere la propria idea che fare il "paravento" e "lavorare" con ipocrisia con gente che fa finta di lavorare. Io con un semplice commento ho ottenuto addirirttura un sondaggio e dai risultati vedo che molta gente lo vota, a prescindere dal risultato ottenere un sondaggio per me p stato gia un successo, perche quegli 80 che hanno votato hanno condiviso un problema/necessità del paese.

    Un vecchio personaggio storico diceva: Molti nemici, molto onore. mi sa che in questo caso aveva proprio ragione!!!

    Massimo

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  4. Non so se ti riferivi anche al mio commento. Voglio precisare che non ho nulla contro il Sig. D'Auria del quale leggo gli articoli che con diritto scrive. A volte condivido le sue idee, altre no ma mi trovo solidale con lui di fronte a tanti commenti poco intelligenti e senza motivazioni che gli vengono rivolti. Il mio intervento è stato quasi obbligato per me perchè il vecchio ritornello: "è meglio chi non va in chiesa ed è una brava persona di chi va in chiesa e poi fuori..." è proprio una minestra super riscaldata, un brodino insipido che mi sembrava proprio di basso livello intellettuale (se così si può dire). Dopo di chè continui pure a scrivere e io continuerò a leggere, valutare e, in caso, intervenire a dire la mia.
    Ciao
    Scovolo Fabio

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  5. Il mio commento non era riferito a te Fabio, ma per quelle "persone" che blaterano di lavorare o quant'altro per partito preso.
    Una persona può risultare più o meno simpatica, le idee posso essere costruttivamente criticate, ma nessuno si può sentire l'essere perfetto.

    Comunque Fabio, io non ho interpretato la "minestrina" (scusa ti copio il termine, era troppo bello per non essere copiato).
    Secondo me voleva sottolineare che nessuno si trova al di sopra degli altri solo perche si è più o meno praticanti. Poi almeno questo è quello che ho interpretato.
    Sicuramente scriverò ancora, anche se ammetto che certe persone mi fanno passare la voglia di presenziare il blog (ovviamente non è il tuo caso).
    Massimo

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  6. Quello che hai interpretato tu lo condivido, ma non son convinto sia quello che l'autore intendeva dire. Scrive infatti:
    "Mi sono guardato in giro ed ho visto molti filistei. Gente che al primo suono di campana è lì, in prima fila a far bella mostra di se. Che pregano e dicono a Dio: “Vedi, io sono qua. Io non sono come gli altri uomini. Io sono diverso da quelli che in chiesa ci vengono di rado. Io ho i meriti di essere considerato un buon fedele”."
    Sulla base di cosa interpreta tali pensieri? Per come lo dice sembra volerli mettere in bocca ad ogni praticante. Ma al di la di quello mi faceva sorridere il parallelo con la parabola citata nel quale quello che guarda gli altri dall'alto verso il basso giudicando e non facendo per nulla autocritica mi sembra proprio l'autore dell'articolo. Inoltre, a meno che non ha parlato con Milingo, non credo proprio che un Vescovo gli abbia detto che la celebrazione eucaristica non sia fondamentale per un cristiano, anzi!
    In ogni caso condivido il resto di ciò che dici. Mi dispiace solo che il Sig. D'Auria non risponda quasi mai ai commenti e alle obiezioni, ad alcune è impossibile rispondere educatamente quindi fa bene a lasciar perdere, ma a quelle motivate credo farebbe bene a controbattere, se crede, in modo da creare dei piccoli dibattiti con l'autore dell'articolo e non solo fra chi lo commenta.
    Ciao a tutti.
    Fabio

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  7. Non è mia consuetudine rispondere ai commenti perché mi sembra di creare un duetto o un trio a secondo dei casi. E’ passato un po’ di tempo e chi voleva commentare lo ha fatto. Raccolgo, così, per questa volta l’invito di Fabio e anche a Massimo.
    In primis mi scuso per il refuso. Effettivamente mi si è sostituito il termine “fariseo” con “filisteo”. Mi si passi l’involontario errore.
    Io penso di essere cosciente dei miei difetti. Penso che forse sono molti di più di quelli che mi vedo addosso e per questo continuerò a pregare dal fondo del tempio. Vedi Fabio, pregare dal fondo del tempio ti da però dei vantaggi. Dal fondo vedi tutti. Vedi coloro che alzando le mani al cielo pregano e recitano il “Padre nostro”. Pregano ma recitano parole senza sentirle con il cuore” rimetti a noi i nostri debiti così come noi li rimettiamo ai nostri debitori …..”. Si scambiamo il segno della pace: “La pace sia con te”. Poi escono dal tempio, ti incontrano e fanno finta di non vederti, ti danno a mano ma devi stare attento a quella che nascondono dietro la schiena.
    Io non giudico i Farisei, mi limito a prendere atto del loro comportamento.
    Credimi Fabio, preferisco il fondo del tempio o pregare, quando ne sento il bisogno, in qualsiasi altro luogo.
    Non ti porto rancore ne penso che ti mi abbia giudicato. Ognuno ha espresso il proprio punto di vista ed entrambi siamo consci di essere dei peccatori. Se non lo fossimo saremmo dei Santi o molto simili a Dio. Io, non sono ne Santo e neppure lontanamente simile a Dio. Però credo in lui.
    Il fatto di credere in Dio, non vuol dire credere a tutto ciò che la Chiesa ci “obbliga “ a credere e che secondo il suo metro ci rende buoni o cattivi cristiani.
    Non ha parlato con un Vescovo. Non necessariamente un Monsignore deve essere un Vescovo. Ma ci sono dei preti progressisti e dei preti bacchettoni. Gesù non ci ha mai detto di andare in chiesa tutte le domeniche, ne di fare la comunione. A quei tempi non esisteva neppure. Ci ha detto tante altre cose. Basterebbe farne la metà per essere dei bravi fedeli.
    Forse dovevo fare il prete?
    Ciao Fabio. Ciao Massimo
    Franco

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  8. Ciao. Se ti riferivi ad alcune specifiche persone senza generalizzare correggo un po' il tiro anche se giudicare in questo modo non mi sembra corretto. Scusa per l'errore del Vescovo, ho scritto di getto...
    In ogni caso, al di la di visioni progressiste o bacchettone come tu dici, credo che per credere nel Dio di Gesù Cristo la Santa messa sia fondamentale. Non dico che chi non va è spacciato, tutti riceviamo la grazia della fede, ma in tempi e modi diversi, sta a noi coglierla e accettarla prima che sia tardi..
    Penso che "prendete e mangiatene tutti", "fate questo in memoria di me", "se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue..." ecc.. non siano parole a te sconosciute. Ovvio non c'era la messa ancora come la celebriamo oggi, ma l'ultima cena, l'esperienza di Emmaus.. non sono delle celebrazioni eucaristiche? Tutta la vicenda della Pasqua di croce e di gloria in un certo senso lo è. E parteciparvi e viverla per la Chiesa (che per chi crede in Gesù rappresenta il suo corpo terreno) è fondamentale.
    Sono d'accordo invece col fatto che parteciparvi senza viverla vale poco, ma non sta a me giudicare. Però credo che sia importante vedere la messa come un traguardo e un punto di riferimento e non un accessorio da utilizzare quando se ne ha voglia, o meglio mettersi in cammino verso ciò.
    La Chiesa poi ci indica la strada maestra che è quella di mettere in pratica il vangelo dentro e fuori di chiesa. Questo (e non solo il fuori) ci rende buoni cristiani.
    Ciao e grazie della risposta.
    Fabio

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