Ritorna dopo parecchio tempo, una delle pagine piu' buie e controverse del 900 (il cosiddetto Secolo Breve) ovvero il silenzio di Papa Pio XII sullo sterminio degli Ebrei. Tuttavia per capire le motivazioni e le condizioni che hanno portato a questa presa di posizione della Chiesa di Roma bisogna capire come pensava, come agiva Papa Pacelli.
Infatti Pacelli era l'ultimo dei principi di Dio, l'ultimo degli aristocratici romani ascesi al soglio di Pietro, arguto, intelligente, diplomatico, voleva essere impeccabile in ogni sua azione. Entra al servizio diplomatico della Santa Sede poco più che ventenne e la sua carriera è brillante e precosissima, sotto l'ala protettiva del Cardinal Gasparri allora Segretario di Stato. Nel 1919 è nominato Nunzio Apostolico in Germania proprio mentre nel paese nascevano i primi tumulti socialisti della Lega di Spartaco in cui il giovane Nunzio sarà coinvolto in prima persona ( in questo periodo nasce la sua avversione per il comunismo); infatti subirà un'aggressione fisica al Palazzo della Nunziatura da cui si salvò per miracolo. Nel '22 firma il concordato con la Baviera, nel '23 quello con la Germania della Repubblica di Weimar.
Un giornale del periodo titolerà, riguardo al concordato, con queste parole : "Pacelli fine diplomatico ha saputo risolvere e appianare in maniera sovrana ogni difficoltà". Sono gli anni dell'affermazione del nazismo e del putsch di Monaco guidato da Hitler e i vecchi generali Prussiani. Pacelli diventa grazie alla sua autorità e diplomaticità il vero Capo Spirituale della Chiesa Tedesca surclassando Cardinali e Vescovi.
Nel '29 arriva la nomina a Cardinale e Segreterio di Stato, di fatto è un vice Papa.
Papa Pio XI inizialmente segue la linea del suo Segretario di Stato firmando un nuovo concordato con la Germania di Hitler nel 1933; però in seguito alle ingerenze di Hitler sulle associazioni cattoliche tedesche e sull'esclusione del partito politico "Zentrung" dei cattolici tedeschi diverrà più critico nei confronti del regime fino a pubblicare nel '37 un'enciclica dal titolo "Con somma preoccupazione" diretto al popolo tedesco in cui esprimeva la sua preoccupazione per la svolta anticlericale e autoritaria di Hitler.
Pio XI morirà nel giro di pochi mesi e nel '39 praticamente all'unanimità Pacelli verrà eletto Papa. Al momento dell'elezione afferma "Accipio in crucem" "Accetto come una croce" ben consapevole della guerra che si stava preparando. Questa frase del periodo del primo pontificato di Pacelli ci fa capire quanto la sua formazione da diplomatico e temporeggiatore influirono sulla successiva tragedia; infatti nel periodo in cui Hitler svelava la sua faccia da carnefice e assassino del popolo ebraico diceva: "è da segnalare l'arroganza di certa gente non bavarese". Con questa frase Papa Pacelli credeva di essere stato chiaro sulla condanna della Chiesa a Hitler, che però non cita nemmeno.
Il Papa non voleva esporre i cristiani e gli ebrei tedeschi a ulteriori sofferenze che avrebbero potuto creare una sua presa di posizione troppo rigida, ma questo basta per spiegare il silenzio di fronte al massacro? I coraggiosi interventi di pochi Vescovi tedeschi non collusi col regime, bastano?
No! Gli sbagli di Papa Pacelli e dei suoi silenzi hanno in parte causato un acuirsi del disastro del popolo ebraico (lo dimostrano il silenzio per le vittime ebree di Roma e altri episodi significativi) oltre a un indebolimento generale del fronte cattolico di lotta che di fronte a queste mancate prese di posizione si trovava spaesato e facile preda dei nazisti.
Questi tragici errori, anche quando era palese il destino che sarebbe spettato agli ebrei, sicuramente non hanno nulla a che vedere con i veri ideali cristiani, ed è inutile ora che molti porporati si rifugino dietro le cosiddette carte di condanna di Papa Pacelli: per i soprusi, per evitare trasferimenti, per impedire rappresaglie, addirittura una presunta Enciclica di condanna del nazismo; queste carte devono ancora essere mostrate, dopo si potrà parlare di una eventuale beatificazione.
Jacopo Baraldi
18 anni
Mi domando quali documenti o recensioni siano stete lette per scrivere l'articolo. Mi sembra che sia stato fatto un esame storico molto superficiale. Per commentare la politica adottata da Papa Pacelli, in un periodo non certo facile, lo studio deve essere molto più approfondito.
RispondiEliminaFranco d'Auria
caro Franco mi dispiace che il mio articolo ti sia parso superficiale, spero tu mi possa aiutare per migliorarlo con le tue fonti e i tuoi dati storici.Comunque credo di essermi ben documentato dato che ho consultato due biografie di Pacelli e articoli del periodo e di non avere scritto un articolo superficiale. Anche perché ,dovrai riconoscere, che l'argomento è molto spinoso e difficile da trattare.Rimango in attesa dei tuoi commenti e disponibile per chiarimenti di qualsiasi genere
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