giovedì 26 marzo 2009

…. ragioniamo ancora ……..

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Non conosco il signor Roberto Nicoletti ma lo ringrazio perché attraverso “il provagliese” mi induce a qualche ragionamento.
Condivido tutto ciò che sostiene e scrive con un distinguo, non sono convinto che la maggioranza degli italiani voti e sostenga il Berlusca perché non ha capito il suo gioco.
Come ho già avuto occasione di sostenere e scrivere, questo è un paese di opportunisti e di furbi che nulla hanno imparato dal passato e dalla storia che vantiamo lunghissima.
Non s’è imparato nulla neanche dal recente passato perché bastava ricordare che il “cavaliere” ha fatto fortuna in un periodo ben noto per vicende legate alla corruzione/concussione per renderlo impresentabile oltre che non eleggibile.
S’è imparato ben poco anche dal proprio passato se solo pensiamo che fra le nostre attuali “intelligenze politiche” albergano numerosi rivoluzionari sessantottini ora assolutamente allineati al sistema, anzi….
Concordo sul fatto che da questa fase si esca solo con una “rinascita morale”. Penso però che bisogna lavorare affinché la rinascita non necessariamente avvenga in conseguenza di una catastrofe perché le prime vittime sarebbero sempre le solite e, ancorché abituate, sarebbe profondamente ingiusto.
La rinascita morale deve esserci ma partirà solo quando le nuove generazioni sentiranno i morsi della “fame”. Quando verranno a mancare riferimenti solidi che per ora ancora resistono e che, forse, questa crisi sta mettendo a dura prova.
Provo ogni giorno, evitando di fare il professore, a cercare di imbastire qualche ragionamento con i giovani che incontro (figli, avventori del bar, operai edili etc.) e, pur lamentandosi per ogni cosa noto in loro la totale assenza di volontà per tentare il benché minimo cambiamento.
Sento e sono convinto che la colpa di tale “abulia” sia interamente da addossare a noi adulti, a noi genitori e alle istituzioni che noi abbiamo creato e sosteniamo.

Sto leggendo in questi giorni e con grande interesse un libro che consiglio a tutti e che difficilmente troverete negli spazi d’attesa delle ns banche. Il titolo: “Il Banchiere dei Poveri” di Muhammad Yunus.
Questo signore bengali (del Bangladesh ex Pakistan orientale) ha fondato con altri una banca di microcredito che finanzia gli “ultimi” dando loro la possibilità di uscire dalla miseria laddove la miseria non è l’impossibilità di comperare una macchina o un capo firmato ma la morte per fame o per malattie per noi banali e dove il credito è concesso senza garanzie per poter intraprendere piccolissime attività che consentono indipendenza economica e quindi libertà dagli usurai e dagli sfruttatori.
Yunus era uno studente universitario (un fortunato in qual paese) divenuto docente di economia e più di tutto mi ha colpito una sua affermazione: se fossi stato un banchiere, anziché un docente, probabilmente non avrei mai potuto pensare e quindi creare una struttura bancaria di quel tipo perché condizionato da altre logiche che non prevedono il coinvolgimento dei poveri ma semmai il loro sfruttamento. Per risolvere la questione della miseria Yunus ed altri sono andati fra la gente e hanno semplicemente capito che per toglierla dalla miseria bisognava solo dar loro, non del cibo, ma l’opportunità di non essere sfruttati. Infatti pur lavorando alacremente ogni giorno (feste comprese) i miserrimi sfruttati non riuscivano a mangiare perché tutto il loro guadagno andava agli usurai e agli sfruttatori. Come Yunus riconosce il suo paese ha avuto enormi quantità di finanziamenti che non sono mai giunti agli “ultimi” perché preda dei corrotti e perché pompati in un sistema di gestione che finanziava solo se stesso, retto da gente lontana anni luce dalla miseria.
Per partire Yunus ha individuato nelle donne Bengali il fulcro della questione e lì si è concentrato raggiungendo risultati eccellenti.

Viviamo in un altro contesto e, pur riscontrando di questi tempi difficoltà vere e fingendo di non vedere la miseria e la povertà che affliggono le nostre periferie e alcune fasce della nostra popolazione ivi compresa la quota extracomunitaria, siamo impegnati in discussioni, conferenze, trasmissioni televisive e quant’altro che hanno quale argomento “i disagi” di qualsiasi natura.
I disagi giovanili tutti, i disagi della terza età tutti. La qualità della vita, la qualità del lavoro, la qualità dei cibi, la qualità del tempo libero, la qualità delle droghe, la qualità del vino, la qualità delle discoteche, la qualità della scuola, la qualità di tutto.

Per un Bengali, che muore di fame, concetti astrusi ma per noi tutti concetti importantissimi. Cambiano quindi il contesto, le priorità, le necessità ma non cambia il ragionamento.

Le soluzioni non possono che venire dal basso. Chi vive i disagi o è a stretto contatto con i disagiati, se gli si da la possibilità di esercitarsi senza pesi e condizionamenti, sarà in grado di produrre soluzioni durature.

Facendo un ragionamento parallelo (seppur grossolano) con le teorie di Yunus dobbiamo necessariamente affidarci ai giovani cercando di creare in loro gli stimoli per un rinascimento che parta da principi di vera civiltà.
I nostri nemici sono l’abulia, la rassegnazione, l’appagamento, la mancanza di stimoli, la presenza di miti quali la ricchezza, il posto fisso, l’opportunismo, il consumismo sfrenato.

Dobbiamo avere le capacità di un pugile vicino al pensionamento.
Dobbiamo avere la forza di sferrare un micidiale pugno nello stomaco del giovane affinché da questo scaturisca la rabbia necessaria ad affrontare nuove sfide e poi ritirarci nelle retrovie cercando di coltivare la vera saggezza.
Pronti a risalire sul ring.
Non per combattere ma per allenare.

Angelo Bertazzoli
angelobertaz@libero.it


p.s. il 18 aprile alle ore 17 presso la Stazione di Provaglio, preliminarmente ad uno spiedo in piedi offerto dall’associazione Andata e Ritorno, daremo il via all’iniziativa “Giovani in Movimento”. Sarà il nostro ring. Invito tutti i giovani a partecipare. Da zero anni in su.

1 commento:

  1. totalmente d'accordo con te... bisogna fare qualcosa... la cosa si fa critica e più mi informo riguardo a problematiche e quant'altro più mi rendo conto che stiamo lentamente sprofondando in un oceano di merda, colpiti da un iceberg di ignoranza..

    zukka

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