.
Ciao, sono un cittadino provagliese. Volevo fare due commenti all’articolo di Roberto Nicoletti “un fottuto bisogno di amare”. Non voglio entrare nel merito del discorso sul piccolo Presidente, che certamente non difendo ne approvo anche se constato che purtroppo c’è poco di meglio in circolazione da quelle parti. E del resto non mi stupisco. In un paese in cui pochissime persone sono disposte a fare qualcosa gratuitamente per il bene degli altri (neanche a pagamento talvolta) non si può pensare che i più furbi, là in alto, siano molto diversi…
In ogni caso, ripeto, non entro nel merito. Volevo piuttosto cercare di capire perché in questo discorso debba entrare a far parte anche la Chiesa, ovvero l’unico “ente” (per dirla in maniera laicista) che basa tutto il suo operato sull’Amore (notare la “A” maiuscola).
Non capisco come si possa dire: “non aiuta questa Chiesa che arriva a lodare, chi prima ha condannato perché divorziato e convivente more uxorio”, quando la Chiesa non ha mai condannato nessuno per questo. Certo i peccati come il divorzio o la convivenza o tutti gli altri, li chiama con il loro nome (cioè peccati), ma non per questo scomunica o esilia chiunque compia un peccato, ma li abbraccia come figli che non capiscono (o non vogliono capire) i propri errori (ovviamente ho espresso il punto di vista della Chiesa che nessuno è obbligato a condividere). In ogni caso la Chiesa non può mettersi a puntare il dito su ogni personaggio di spicco che commette atti poco etici, altrimenti non finirebbe mai… Casomai punta il dito sugli atti, come continua a fare (anche se a molti sembra dare fastidio anche questo).
Oppure dire: “non può stupire che la Chiesa si spenda con grande energia per evitare che una ragazza, morta 17 anni fa e il cui cuore batte ancora solo grazie alla tecnologia, e spacci questo come un impegno necessario per la difesa della vita dal pericolo dell’eutanasia. Nello stesso momento si dimentica delle sofferenze delle centinaia di migliaia di lavoratori vittime della crisi”…. A parte che non si capisce (come dicevo) perché la Chiesa dovrebbe puntare il dito sul Presidente o altri e non può invece esprimere un parere appassionato (in quanto alla vita e all’Amore ci teniamo) sulla vicenda Eluana e fare quanto possibile per salvarla se lo ritiene giusto. Non voglio entrare troppo nel dettaglio neanche di questa vicenda, dico solo due cose: primo non so che tecnologia fosse a tenerla in vita, forse quella che la alimentava? E secondo le auguro di non aver mai bisogno di un pacemaker e dover restare in vita solo grazie alla tecnologia… Lo so il paragone è esagerato attualmente, ma credo che una volta che si è stabilita una soglia di dignità accettabile di una vita poi muovere l’asticella non è più così difficile (vedere l’Olanda per credere).
In ogni caso, riprendendo il filo del discorso, si dice che la Chiesa non pensa alla crisi?? Ho letto bene? Credo che la Chiesa pensa a chi ha bisogno già da prima dell’inizio di questa crisi. La Caritas e centinaia di altre associazioni cattoliche raccolgono fondi (si veda anche il fondo messo a disposizione dalla diocesi di Milano per la crisi..) e offrono servizi mensa, casa e lavoro per i più bisognosi da anni ormai. Ora poi con la crisi hanno incrementato ancor più il loro lavoro. Si provi a pensare a come, per ora, si sia arenato il famoso “bonus bebè” promesso dal comune di Brescia e come invece prosegua il “donum bebè” lanciato dal vescovo Monari e portato avanti da numerose associazioni cattoliche e laiche, superando anche quel muro di razzismo che la versione civica proponeva.
Con questo discorso non voglio contraddire in toto il Sig. Nicoletti. Credo che sia giusto parlare delle cose che non vanno nel nostro paese e molte le condivido. E credo sia giusto indicare nell’amore la forza che deve accomunare il nostro cammino in questo mondo. Però credo anche che si debbano fare delle distinzioni sulle cause. Tirare in ballo la Chiesa mi sembra una mossa alquanto azzardata. Forse può attirare consensi in quanto nella nostra società oggi sparare a zero sulla Chiesa senza fondati motivi va di moda, però credo che bisognerebbe informarsi prima…
Non fraintendiamoci, credo che anche le gerarchie ecclesiali e la Chiesa in genere abbiano delle mele marce, d'altronde la Chiesa è fatta di persone, però son sicuro che la mano che l’ha voluta e che la guida sappia il fatto suo. E comunque per chi non crede parlano i fatti (certamente non molto pubblicizzati).
Concludendo credo che prima di prendere di mira chi non c’entra dovremmo farci un bell’esame di coscienza su cosa facciamo personalmente per diffondere questo Amore, e poi magari prendere un po’ spunto da chi già lo fa da più di duemila anni…
Ciao, sono un cittadino provagliese. Volevo fare due commenti all’articolo di Roberto Nicoletti “un fottuto bisogno di amare”. Non voglio entrare nel merito del discorso sul piccolo Presidente, che certamente non difendo ne approvo anche se constato che purtroppo c’è poco di meglio in circolazione da quelle parti. E del resto non mi stupisco. In un paese in cui pochissime persone sono disposte a fare qualcosa gratuitamente per il bene degli altri (neanche a pagamento talvolta) non si può pensare che i più furbi, là in alto, siano molto diversi…
In ogni caso, ripeto, non entro nel merito. Volevo piuttosto cercare di capire perché in questo discorso debba entrare a far parte anche la Chiesa, ovvero l’unico “ente” (per dirla in maniera laicista) che basa tutto il suo operato sull’Amore (notare la “A” maiuscola).
Non capisco come si possa dire: “non aiuta questa Chiesa che arriva a lodare, chi prima ha condannato perché divorziato e convivente more uxorio”, quando la Chiesa non ha mai condannato nessuno per questo. Certo i peccati come il divorzio o la convivenza o tutti gli altri, li chiama con il loro nome (cioè peccati), ma non per questo scomunica o esilia chiunque compia un peccato, ma li abbraccia come figli che non capiscono (o non vogliono capire) i propri errori (ovviamente ho espresso il punto di vista della Chiesa che nessuno è obbligato a condividere). In ogni caso la Chiesa non può mettersi a puntare il dito su ogni personaggio di spicco che commette atti poco etici, altrimenti non finirebbe mai… Casomai punta il dito sugli atti, come continua a fare (anche se a molti sembra dare fastidio anche questo).
Oppure dire: “non può stupire che la Chiesa si spenda con grande energia per evitare che una ragazza, morta 17 anni fa e il cui cuore batte ancora solo grazie alla tecnologia, e spacci questo come un impegno necessario per la difesa della vita dal pericolo dell’eutanasia. Nello stesso momento si dimentica delle sofferenze delle centinaia di migliaia di lavoratori vittime della crisi”…. A parte che non si capisce (come dicevo) perché la Chiesa dovrebbe puntare il dito sul Presidente o altri e non può invece esprimere un parere appassionato (in quanto alla vita e all’Amore ci teniamo) sulla vicenda Eluana e fare quanto possibile per salvarla se lo ritiene giusto. Non voglio entrare troppo nel dettaglio neanche di questa vicenda, dico solo due cose: primo non so che tecnologia fosse a tenerla in vita, forse quella che la alimentava? E secondo le auguro di non aver mai bisogno di un pacemaker e dover restare in vita solo grazie alla tecnologia… Lo so il paragone è esagerato attualmente, ma credo che una volta che si è stabilita una soglia di dignità accettabile di una vita poi muovere l’asticella non è più così difficile (vedere l’Olanda per credere).
In ogni caso, riprendendo il filo del discorso, si dice che la Chiesa non pensa alla crisi?? Ho letto bene? Credo che la Chiesa pensa a chi ha bisogno già da prima dell’inizio di questa crisi. La Caritas e centinaia di altre associazioni cattoliche raccolgono fondi (si veda anche il fondo messo a disposizione dalla diocesi di Milano per la crisi..) e offrono servizi mensa, casa e lavoro per i più bisognosi da anni ormai. Ora poi con la crisi hanno incrementato ancor più il loro lavoro. Si provi a pensare a come, per ora, si sia arenato il famoso “bonus bebè” promesso dal comune di Brescia e come invece prosegua il “donum bebè” lanciato dal vescovo Monari e portato avanti da numerose associazioni cattoliche e laiche, superando anche quel muro di razzismo che la versione civica proponeva.
Con questo discorso non voglio contraddire in toto il Sig. Nicoletti. Credo che sia giusto parlare delle cose che non vanno nel nostro paese e molte le condivido. E credo sia giusto indicare nell’amore la forza che deve accomunare il nostro cammino in questo mondo. Però credo anche che si debbano fare delle distinzioni sulle cause. Tirare in ballo la Chiesa mi sembra una mossa alquanto azzardata. Forse può attirare consensi in quanto nella nostra società oggi sparare a zero sulla Chiesa senza fondati motivi va di moda, però credo che bisognerebbe informarsi prima…
Non fraintendiamoci, credo che anche le gerarchie ecclesiali e la Chiesa in genere abbiano delle mele marce, d'altronde la Chiesa è fatta di persone, però son sicuro che la mano che l’ha voluta e che la guida sappia il fatto suo. E comunque per chi non crede parlano i fatti (certamente non molto pubblicizzati).
Concludendo credo che prima di prendere di mira chi non c’entra dovremmo farci un bell’esame di coscienza su cosa facciamo personalmente per diffondere questo Amore, e poi magari prendere un po’ spunto da chi già lo fa da più di duemila anni…
Fabio Scovolo
scovolofabio@libero.it
Tutti sappiamo come parlare di Chiesa in maniera neutrale è molto molto difficile, se non impossibile sia da una parte che dall'altra. Secondo me(che per altro la penso come il Prof. Nicoletti), non si devono valutare le organizzazioni che possiamo definire"non governative"della Chiesa perchè su quelle, e soprattutto sulle piccole realtà di paese, non ci sono dubbi riguardanti la loro volontà di far bene(salvo eccezioni del caso). Il problema si pone se invece si analizza la Chiesa come uno Stato: infatti se in italia berlusconi si comporta male non si attaccano le piccole realtà di provincia ma il governo, stessa cosa vale per il Papa che, in quanto governatore di uno stato, è soggetto a critiche sul suo operato politico. E' così che quindi l'incapacità del Vaticano di affrontare seriamente una crisi economico-sociale come quella attuale non si può nascondere dietro il buon operato di qualche parroco di provincia. Altro aspetto molto importante è l'incapacità del Vaticano di operare senza influenzare le attività legislative e governative e di rispettare la cosiddetta libera Chiesa in libero Stato.
RispondiEliminaDetto questo spero che chi vuole fare del bene lo faccia disinteressatamente senza discriminazioni fra Chiesa e stato laico.
Su questo argomento sarebbe bello aprire un dibattito per confrontarsi.......
Ciao Luca sono Fabio.
RispondiEliminaSono pienamente d’accordo a metà con te… E’ vero tutto ciò che dici, nel senso che anche per me ognuno è libero di dire la propria opinione su tutti, berlusca e papa compresi (è altresì vero che anche la Chiesa e il papa come tutti gli altri debbano poter esporre liberamente le loro idee senza parlare di ingerenze, ma anche su questo credo che almeno io e te siam d’accordo) ma quello che “contestavo” è il fatto che si dicano cose non vere. Per esempio che la Chiesa condanna i divorziati, quando mai? Che la Chiesa ufficiale non fa niente per la crisi anche non è vero. Il fondo stanziato dal Cardinale Tettamanzi (che in quanto arcivescovo di Milano è paragonabile al sindaco di Roma come importanza) non mi sembra una realtà marginale alla Chiesa. Tutte le caritas (che fanno capo alla CEI), che già tanto facevano per i bisognosi, si sono ancor più mobilitate per aiutare anche molti disoccupati. La Santa Sede si è mobilitata da tempo nel promuovere misure anti crisi sia materialmente che teoricamente. Il papa è già da quando era ancora cardinale che critica questo sistema consumistico e il mercato senza norme etiche, e la Chiesa in genere è da anni che invita ad una vita sobria nei consumi mentre i governi, anche attualmente, continuano ad invitarci al consumo… Ci sarebbe molto altro. In ogni caso penso si possa comunque contestare il metodo, Nicoletti e altri possono dire che non si fa così ma si deve fare cosà, però non si può dire che non si fa niente.
Mi sembrava poi buffo ritornare sul caso Eluana dicendo che la Chiesa non doveva interferire e poi dire che invece dovrebbe bacchettare Berlusconi (deve star zitta o parlare?). Oltretutto non è nel costume della Chiesa ufficiale bacchettare i vizi poco etici delle varie cariche pubbliche, ne andrebbe di mezzo il dialogo, e poi “si condanna il peccato ma non il peccatore”.
Infine libera Chiesa in libero Stato credo sia rispettato, per lo meno dal lato Chiesa. Credo sia lecito che il pastore si esprima per dare indicazioni al gregge che guida, poi nessuno è obbligato ad obbedire.
Con tutto ciò non volevo comunque disprezzare chi fa del bene al di fuori della Chiesa, anzi continui a farlo come dici tu.
Per un “dibattito” io sono sempre disponibile.
Ciao e grazie
la laicità dello stato è un argomento molte volte sfiorato ma forse mai collettivamente approfondito nel nostro Comune. Prova è il modo profondamente diverso di richiamere l'attenzione dei cittadini sull'appuntamento elettorale adottato dai parroci di Provezze e Provaglio.
RispondiEliminaPropongo di organizzare un incontro sul tema magari invitando qualche esperto che possa trattare il tema dal punto di vista storico/culturare per poi confrontarci (senza esperto) su come la pensiamo noi di provaglio laici e non.
Per quanto possa occorrere mi metto a disposizione.
...Altro aspetto molto importante è l'incapacità del Vaticano di operare senza influenzare le attività legislative e governative e di rispettare la cosiddetta libera Chiesa in libero Stato...
RispondiElimina...direi che il centro del discorso sul quale focalizzarci per sviscerare meglio l'argomento è questo.. sì perchè a mio avviso la presenza dello stato vaticano (inteso non come chiesa nel gergo comune quindi la parola cristiana etc etc, ma come sede del potere clericale che è molto forte) dentro i confini dello stato italiano influenza e condiziona il legiferare del nostro stato (probabilmente Nicoletti intendeva affermare questo principio). Un esempio su tutti ne è il testamento biologico che a mio avviso NON è da stato laico ma più da stato etico.
Detto questo è ovvio che lo stato vaticano abbracci quella che da secoli è la sua linea politica/etica/economica e lo fa nel pieno dei suoi poteri visto che è libero di farlo e giustamente sceglie ciò che crede sia meglio. (A mio avviso TROPPO conservatore).
In realtà ciò che ho scritto non verteva proprio su quello, ma piuttosto sul fatto che avere opinioni è più che lecito, ma scrivere falsità no, come ho già spiegato. In ogni caso anche il discorso sulla laicità è importante. Io penso che da noi sia rispettata nel senso che il Papa e le gerarchie ecclesiali non influenzano direttamente lo stato. Casomai lo fanno indirettamente, nel senso che i credenti o comunque chi condivide certe idee o "si lascia convincere" dal Papa, poi nelle loro posizioni fanno valere tali principi, ma tant'è.. siamo in una democrazia!
RispondiEliminaSe il presidente dell'arcigay dice publicamente che sarebbe bello se in Italia fossero legalizzate le unioni civili tra gay nessuno si straccerebbe le vesti parlando di ingerenza e non capisco perchè il Papa non possa difendere la famiglia x esempio.
Rispetto della laicità vuol dire che i prelati non possono fondare un partito o intromettersi in maniera diretta in ciò "che è di Cesare", non che non possono esprimersi su questioni che riguardano ciò che gli sta a cuore, cioè il bene dell'uomo. Credo ci sia libertà di parola in Italia. Poi è ovvio che le dichiarazioni indirettamente influenzano, ma questo perchè sono condivise ancora da parecchia gente. Io dico per fortuna, altri sono liberi di dire purtroppo, però non si possono tagliare fuori con la scusa della "laicità".
Sull'influenza (indiretta) del Vaticano infine credo che valga per lo più sulle norme morali ed etiche, so che per molti è già troppo, però non credo che vada a ledere l'andamento economico dell'Italia. Se il Vaticano fosse stato in Spagna probabilmente Zapatero avrebbe fatto molta più fatica a liberalizzare i matrimoni gay, il divorzio lampo o l'aborto libero (intendo ancora più libero come sta cercando di fare in questi giorni), però nulla avrebbe fermato il rilancio economico e di competitività della Spagna (crisi a parte). Se in Italia restiamo indietro la colpa non è certo del "potere" del Vaticano...
Si quella parte "delle balle" la davo per assodata e volevo rifocalizzare il discorso dove credo possa essere più interessante.
RispondiEliminaTornando a noi..zittire non si può zittire nessuno quindi è ovvio che il papa etc possano esprimersi su quelli che sono gli argomenti più importanti che accadono nel mondo e da quello che ho letto convieni con me che influenzano l'opinione dei cristiani italiani perchè ovviamente seguono la parola della chiesa etc etc... ora però non credo che noi siamo più cristiani degli spagnoli, però loro progrediscono in tutti i campi (come hai sottolineato tu) anche grazie a questa maggiore "libertà di cambiamento" a mio avviso.
Dico solo che per me la chiesa dovrebbe rivedere la sua posizione a riguardo di certi argomenti che per la maggior parte della popolazione mondiale sono già sentiti come cambiamenti necessari.
In realtà non ho detto che in Spagna progrediscono in tutti i campi, ma progrediscono dal punto di vista economico. E credo che tentare di associare questa differenza di crescita italiana alla Chiesa sia abbastanza ridicolo (spero di aver letto male tra le righe) in quanto non mi sembra si intrometta nel commentare la finanziaria o la crescita del pil... Spero che ora non mi scrivarei che in Spagna e Inghilterra vanno avanti in Champion's perchè non c'è il "potere" Vaticano...
RispondiEliminaI cambiamenti spagnoli dal punto di vista etico secondo me non sono miglioramenti ma regressioni. Certo è un punto di vista, ma sul quale si può ragionare.
Quindi riassumendo, siamo d'accordo che la Chiesa può dire ciò che vuole e che un'influenza c'è ma indiretta e incontestabile. Siamo d'accordo, credo, che il campo su cui influenza lecitamente la Chiesa riguarda l'etica (morale, diritto e dignità della vita, ecc...). Ora, avendo ristretto il campo credo che l'unico argomento trattabile sia il commentare l'agire della Chiesa in questo campo. Un argomento comunque molto vasto e complesso che per essere ben compreso deve premettere almeno una buona conoscenza di quali sono i principi su cui si fonda la Chiesa stessa. E comunque, in ogni caso, ogni conclusione sarebbe solo una opinione nostra che non andrebbe a scalfire la legittimità della Chiesa di esprimersi come crede.
In Spagna progrediscono non solo sul piano economico ma anche sul piano delle varie liberalizzazioni statali (politiche sociali, assistenziali etc etc) e influenzare un paese non vuol dire commentare le sue scelte e i risultati economici, perchè cmq non è un campo di competenza della chiesa.
RispondiEliminaSarebbe stupido dire che la spagna è progredita più di noi solo perchè si è creato uno stato più laico, ma fra i vari elementi sostengo (poi è un mio punto di vista discutibile) che anche questo ha avuto la sua importanza.
Non a caso ai tempi si era parlato di "rivoluzione laica di zapatero" e anche se la chiesa aveva alzato un polverone lui ha praticamente risposto: "La Chiesa non è d'accordo con le riforme? In Spagna decide il governo" e ha fatto le riforme.
Ora credo che questo discorso potrebbe andare avanti all'infinito perchè troppo soggettivo...tu a esporre le tue ragioni e io le mie...qualcosa di comune l'abbiam trovato, per il resto lo scopriremo solo vivendo :)
Ultima osservazione: non credo che la Chiesa spagnola si sia opposta alle politiche sociali e assistenziali (sarebbe fuori luogo tentare di sostenerlo)... forse si opponeva ai divorzi lampo, alle unioni di fatto, alla stralegalizzazione dell'aborto... perchè non citi anche questi punti come progresso?
RispondiElimina