mercoledì 8 luglio 2009

I soldi non crescono sugli alberi... Peggio!

__________ di Stefano Serzanti _______________________________________




L’apertura del video è del professore Giacinto Auriti, Guardiagrele 1926–Roma 11 agosto 2006.

Laureatosi a Roma, è stato tra i docenti fondatori della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Teramo, della quale è stato anche preside.
Ha insegnato "diritto della navigazione", "diritto internazionale", "diritto privato comparato" e "teoria generale del diritto".
Ha fondato la cosiddetta "scuola di Teramo" nel campo del diritto. Consiglio vivamente a tutti, la visione e la divulgazione dei suoi video su You Tube, prima che la censura vada a beccare pure lui.

Vorrei approfondire ancora una volta il tema del signoraggio bancario, un argomento che ho già sviscerato nel mio precedente video: “Dittatura e schiavitù monetaria”.
Il motivo che mi spinge a ritornare sul “luogo del delitto”, è il fatto che molta gente, non si renda conto della gravità della truffa, perché il meccanismo del signoraggio è una truffa talmente grande, talmente imponente, che la mente umana non riesce a recepirla, e alla fine è costretta a minimizzare ciò.

Quando ne parlo alle persone, il più delle volte non ottengo nessuna reazione rilevante, come se stessi parlando un’altra lingua.

La situazione in cui mi trovo può essere descritta riportando un aneddoto dello stesso Auriti:
“Avevo spiegato il sistema del signoraggio a un mio allievo, alla fine gli ho chiesto,
-hai capito? -Si
-Ti sei arrabbiato? –No
-E allora non hai capito un c…!!!”.

Il perché di questa difficoltà nella spiegazione è semplicissimo: quando si parla di economia e finanza, siamo abituati ad addentrarci in un fitto bosco fatto di termini, regole, grafici, istogrammi, la X e la Y, le variabili ecc…
Per noi è un universo di difficile intendimento.

Mentre il signoraggio, è un meccanismo di comprensione intuitiva, un sistema che capirebbe pure un bambino di 8 anni.
Voglio dire che, non occorre, la conoscenza di regole, non occorre andarsi a studiare tutti i premi nobel dell’economia per capire il signoraggio.

Tutto ciò che ci serve è nient’altro che la “molla” che deve scattarci in testa e farci dire: “ma questi ci stanno fregando le caramelle!”. Ma dirlo con vera cognizione di causa, essendo perfettamente consapevoli dell’ingranaggio truffaldino, non, andando ad ascoltare i soliti discorsi da bar: “alla fin fine ci rimettiamo sempre noi, e quelli là ci guadagnano, sono tutti dei ladri ecc…”.
Questo è pessimismo diffuso, non è informazione, solamente perché vediamo in tv gente che è seduta in poltrona e non fa nulla tutto il giorno.

Dal canto mio, sono cosciente, che il mio primo lavoro, non ha sollevato la questione, perché nel video: “Dittatura e schiavitù monetaria” ho solamente fatto un’introduzione al signoraggio, ho spiegato i fondamentali, non è abbastanza per carpire la truffa colossale.

Quello che viene dopo, sono le varie implicazioni e le possibili soluzioni al problema.

Implicazione n.1: prendiamo una fabbrica che stampa pezzi di carta, colui che ci lavora e stampa pezzi di carta, guadagna come un qualsiasi operaio dipendente, il suo lavoro, sottolineo sempre, di stampare carta, verrà retribuito in base alle ore lavorative, quindi sarà, più o meno, sui 1000 Euro al mese e qui, siamo tutti d’accordo che stiamo parlando di una tipografia.
Ora, andiamo dal banchiere che lavora alla Banca Centrale, da quello che avete appreso guardando il mio video precedente, la domanda dovrebbe sorgere spontanea.
Perché, il banchiere percepisce 102,5 Euro, solamente per aver stampato un pezzo di carta con su scritto 100 Euro? Perché è una truffa, chiara e semplice.
La morale di questa implicazione è che la Banca Centrale, facendo lo stesso lavoro di stampo di una tipografia, dovrebbe guadagnare come una tipografia, e il banchiere dovrebbe essere retribuito come un tipografo.

Implicazione n.2: i soldi dovrebbero essere un metro di misura della società, quindi, avere il criterio di imparzialità, invece che appartenere a pochi privati che li creano dal nulla, se è vero che l’Italia è una Repubblica Democratica, dovremmo avere la sovranità monetaria, ma così non è.

Implicazione n.3: quando si lavorava in miniera, chi trovava una pepita d’oro se ne appropriava.
Adesso, al posto della miniera c’è la Banca Centrale, al posto della pepita d’oro c’è un pezzo di carta e al posto della proprietà c’è il debito.
Un debito che abbiamo fin dalla nascita e che non abbiamo mai chiesto di avere. Questo ci porta, automaticamente, a una possibile soluzione.

Parlando di “soluzioni”, Auriti accenna alla moneta locale o complementare.
Ebbene, questa non è una vera soluzione: è positivo, ci farebbe aumentare un po’ il nostro potere d’acquisto, ma abbiamo sempre il debito, facciamo sempre parte di quel meccanismo che ci costringe a rincorrere i soldi per il resto dei nostri giorni, che ci costringe a lavorare 8, o più, ore al giorno.

Una vera soluzione, sarebbe quella che ha affermato sempre Auriti: il reddito di cittadinanza.
Al posto di un debito, noi avremmo un reddito.
Anziché avere l’inevitabile prospettiva futura di dover lavorare, potremmo avere l’idea di accantonare per un determinato periodo di tempo (20/25 anni) un tot del nostro reddito, per poi scegliere di programmare il resto della nostra vita in base a quanto abbiamo messo da parte.
Ma, ovviamente, il sistema non vuole che abbiamo tutta questa libertà, il sistema si basa su dei pilastri corrotti: politica, religione, economia, informazione, scuola.
Esso ci vuole ignoranti, piccoli, indifesi e paurosi, non vuole che guardiamo al di là del recinto. Secondo il sacrosanto principio di “ricchezza in mano ai pochi, povertà per molti”, ecco il perché del funzionamento del meccanismo bancario: la schiavitù del popolo.

Il sistema vuole che noi ne facciamo parte, ci indottrina, non ci vuole svegli o che pensiamo con la nostra testa, attua nella popolazione un processo di omologazione e standardizzazione del pensiero (come avrete capito, sto parlando della scuola). Ci fa agire come dei robot.
Attraverso la televisione e i giornali, addormenta totalmente la nostra coscienza critica, impedendoci di farci domande, al punto che non riusciamo più a mettere in discussione l'infinità di informazioni filtrate e manipolate che assimiliamo ogni giorno.

Mi accorgo, in conclusione, di avere sviato completamente dall'argomento principale, sperando di averlo spiegato in maniera esaustiva in questi miei 2 interventi.
E' talmente facile andare a finire a collegare i vari Network di controllo dell'èlite corporativa bancaria globale, che è una piacevole abitudine per la maggior parte dei ricercatori indipendenti.
 
Stefano Serzanti,
22 anni,
canale youtube: http://www.youtube.com/user/aotysday

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