mercoledì 15 luglio 2009

Morire in Afghanistan

__________ di Lelia Rodenghi ____________________

Abbiamo soldati Italiani in Afghanistan, missioni di “pace” le chiamano, anche se una volta in campo fatti contingenti o l’autodifesa stessa possono riproporre ciò che per definizione è “ militare “.

Tuttavia noi Italiani non siamo fatti per queste cose, vuoi perché la nostra storia raramente ci ha visto completare le guerre dalla stessa parte con cui avevamo cominciato, o per indole, pubblica opinione o per cultura.

In poche parole, contrariamente ad altri paesi come l’Inghilterra o gli USA non abbiamo né la vocazione e nemmeno la tradizione per svolgere operazioni militari, sia pure per disimpegno e protezione, quindi nutrire velleità di protagonismo internazionale buttando sullo scenario armato delle crisi internazionali, persone impreparate, è tragicamente patetico.

Il bilancio di queste stupide presunzioni di grandezza si riduce a vite perdute, spese enormi quanto inutili.

Immancabile il commento finale dell’ONU e l’invito ai militari di non dimenticare che la nostra costituzione ripudia la guerra.

E se fossero attaccati? Risposta : non avverrà… Ipocrisia di piccole persone pronte a vendersi l’anima che non hanno per durare un giorno di più.

Lelia Rodenghi

2 commenti:

  1. Non posso che essere d'accordo su quanto affermi. Personalmente considero la guerra, tutte le guerre, la massima espressione dell'ignoranza dei governanti (governanti con la "g" minuscola). Soprattutto di coloro che si atteggiano a depositari della democrazia (democrazia con la "d" minuscola) e la vogliono esportare nel 3° mondo, 4° mondo, 5° mondo, .....sulla Luna e, prossimamente, su Marte.
    Il grande Mazzini diceva: "la libertà non si deve attendere che ce la portino gli altri, da fuori. I popoli si liberano da soli .....o non si liberano".

    Marcello

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  2. Soldati vittime della guerra-menzogna, della guerra spacciata per missione umanitaria ed esportazione di libertà.
    Quando muore un soldato, chi l’ha mandato a morire, mette su il disco della nauseante retorica patriottarda, che si appropria della morte per far tacere la rabbia e l’indignazione.Era un soldato, quindi morire rientrava nel conto. La guerra è così e sarà sempre così.
    La morte in guerra ha su molti questo effetto devastante, viene nobilitata, immergendola in uno sbandierato coraggio, in un amor di patria e in una generale commozione, su cui specula chi sta in alto per nascondere la verità. E la verità è che siamo in un paese straniero che non ci vuole, che rifiuta lo sfruttamento delle sue risorse, che non sa che farsene di una libertà imposta, di una stabilizzazione dettata, di un modello politico che non gli appartiene. I soldati muoiono per la guerra di altri. Muoiono per niente.

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