Una leale opposizione è necessaria per ogni comunità (Karol Wojtyla, 1969).
Acta est fabula. L’indecoroso spettacolo di Gaspare Patuzza è finito. E’ finito per tutti, per gli inviati speciali venuti in Italia da quasi tutto il mondo a sentire le cavolate montate ad arte dai giannizzeri della sinistra togata, parlamentare e giornalistica, per quella parte della stampa che non è legata alla tessera n. 1 del PD, ma non comunque per le prime donne di Anno Zero.
Manipolando la verità, con ricostruzioni frutto di una distorta fantasia, i protagonisti di Anno Zero hanno ricostruito la loro verità sui rapporti tra il senatore Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore e quindi con il premier Silvio Berlusconi.
Le inesattezze sono state la base dell’intervento che aveva chiaramente lo scopo di reiterare le accuse decadute e le omissioni servivano a velare le verità. Chi ha seguito l’ultima trasmissione di Anno Zero non può negare questo fatto.
Non tedierò i lettori riportando l’intero fazioso racconto di Travaglio, ma mi limiterò ad un paio di punti che danno l’idea, riassuntiva, di tutto il resto.
Dice Travaglio: “Nel 1974 Marcello Dell’Utri, che era segretario di Berlusconi, cerca un fattore per la villa di Arcore. Ma lo trova a Palermo (…)”.
Peccato che non sia così. Dell’Utri non è mai andato a Palermo per cercare Mangano. Verbali dei Carabinieri di Arcore attestano che Mangano era già a Milano e residente ad Arcore già dal 1973.
Dice Travaglio: ”Nel 1975 scoppia una bomba nell’altra villa di Berlusconi , in via Rovani a Milano. Berlusconi non denuncia”.
Distorsione della verità. L’attentato viene denunciato da Valter Danotti, socio della SGA, intestatario della stessa ditta che operava la ristrutturazione.
Dice Travaglio: “Mangano non fa lo stalliere, perché come dice lo stesso Dell’Utri è un espero in cani”.
Non è così. In fase dibattimentale è stato già accertato che Mangano era esperto in cavalli, frequentava gli ippodromi ed era proprietario di tre cavalli. I cani se li è inventati qualcun altro.
Ma le inesattezze e le distorsione per far quadrare il cerchio sono ad iosa. L’importante non è la verità ma il mantenere in piedi un castello di accuse fondato sulla menzogna.
Menzogne, bugie, falsità, frottole, fandonie. L’importante è infangare Berlusconi, alzare il livello di litigiosità, istigare la piazza all’odio politico, aizzare la popolazione creando, ad arte, una profonda avversione verso chi è stato democraticamente eletto e scelto dagli italiani.
Ieri, a Milano, Silvio Berlusconi è stato attaccato, colpito e ferito. Parole di circostanza per una falsa solidarietà. L’IDV non si è smentito: la colpa è di Berlusconi. Tra poco commenteranno anche che l’aggressore è stato assoldato da Berlusconi stesso.
Franco d’Auria
D'Auria: ilProvagliese
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