giovedì 4 marzo 2010

Pio XII, un grande Papa

__________ di Franco d'Auria ____________________


Sono quattro gatti. Sono un banda di mariuoli. Una compagnia di ingannatori che per retaggio storico e politico fanno di tutto per sminuire la memoria di quello che può considerarsi uno dei più intelligenti papi degli ultimi due secoli.

Benedetto XVI lo ha da sempre saputo e capito. Non ha perso tempo ed alla prima occasione utile ha firmato il decreto sulla santità spirituale di Pio XII. L'anno scorso, dopo una votazione con cui cardinali e vescovi si erano pronunciati all'unanimità in favore delle "virtù eroiche" di papa Pacelli, Ratzinger non aveva firmato il decreto, chiedendo un ulteriore approfondimento storico. Il parere della commissione istituita per esaminare il dossier deve essere stato positivo: di qui la firma

Ma chi sono questi detrattori ai quali si accoda gente  solo  per partito preso o con superficiali giudizi scopiazzati dalla stampa anticlericale. Sì,  perché denigrare un papa è un attacco indiretto ai suoi successori e diretto alla Chiesa.

Ma che cosa vogliono i rabbini di mezzo mondo? Ma cosa vogliono da noi cristiani? Come si permetto di giudicare un nostro papa e di giudicare noi cristiani? Ma cosa vogliono da noi i rabbini David Rosen, Stephan Kramer, Giuseppe Laras, quest’ultimo presidente dell’Assemblea rabbinica italiana? Perché questi signori non ci parlano di Israele Zolli.

Il rabbino Erich Silver è invece un grande estimatore di Pio XII, ovvero lo è dopo aver attentamente studiato ed indagato sul tema. La prove da lui raccolte hanno avuto modo di farlo ricredere: Pio XII ha salvato tutti gli ebrei che gli è stato possibile salvare. E’ da notare, ci dice Silver, che dopo la fine della guerra e fino alla sua morte gli ebrei lo hanno lodato continuamente riconoscendolo come salvatore.

Papa Pacelli conosceva bene l'ideologia dei nazisti essendo egli stato Nunzio Apostolico in Germania proprio negli anni in cui si andava affermando il partito di Hitler. Segretamente offrì  un certo sostegno offerto ai generali tedeschi che nel 1940 avevano messo a punto un complotto per liberarsi di Hitler.

Che la linea di prudenza adottata da Pio XII durante la guerra abbia consentito alla Chiesa cattolica (mobilitata proprio per volontà del Pontefice) di salvare almeno 800.000 ebrei, è fuori discussione. La ricercatrice americana Margherita Marchione, nel libro Pio XII e la questione ebraica, sostiene addirittura che Pio XII, "rischiò personalmente la deportazione e il lager per aver aiutato i perseguitati dal regime nazista".

Che cosa avrebbe dovuto fare Pio XII per aiutare e salvare gli ebrei dalla follia nazista? Schierare la Guardia Svizzera ed attaccare la Germania? Scendere in piazza ed mettersi alla testa di un corteo di protesta?

Ci provò la Chiesa d'Olanda. Domenica 26 luglio 1942 fu letta in tutte le chiese cattoliche una lettera di protesta contro le deportazioni di intere famiglie ebree (più di 10.000 persone). E quale fu il risultato? Non solo la deportazione degli ebrei di sangue e di religione venne accelerata, ma, come ritorsione diretta contro i Vescovi, autori della protesta, furono deportati innanzi tutto gli ebrei battezzati che da quel momento furono considerati tra i peggiori nemici".

Quando Pio XII lo seppe  bruciò personalmente i due grandi fogli scritti che condannavano la spaventosa persecuzione ebraica e che sarebbero dovuto comparire sull'Osservatore Romano. Se fosse stata pubblicata cosa sarebbe costata agli ebrei  italiani?

La verità è che Pio XII condannò ripetutamente e pubblicamente la persecuzione di gente innocente "solo a causa della loro razza". A quei tempi, chiunque capiva a chi si stesse riferendo e i massimi vertici nazisti manifestavano ostilità per il Papa "portavoce dei guerrafondai ebrei".  La formazione diplomatica ricevuta da Papa Pacelli lo portò ad aver fiducia nell'azione diplomatica spiegata in tutte le direzioni, piuttosto che nelle pubbliche dichiarazioni. Gli oltre ottocentomila ebrei salvati dalla Chiesa Cattolica italiana sono la dimostrazione che la strada seguita era quella giusta. Quarantamila vite umane costò la protesta dei vescovi  olandesi

Eugenio (Israele) Zolli disse: "Faranno di Pio XII il capro espiatorio del silenzio che tutto il mondo ha mantenuto dinanzi ai crimini nazisti".

Cosa si nasconde dietro l’ipocrita ed ostinato silenzio delle autorità religiose ebraiche attuali nei confronti del Gran Rabbino della Comunità ebraica e Direttore del Collegio Rabbinico italiano ai tempi della persecuzione nazista? Da loro fastidio il fatto che Zolli apprezzò talmente ciò che fece Papa Pacelli per il suo popolo che alla fine della guerra si converti al cattolicesimo? Nel 1945 il rabbino Zolli chiese ed ottenne il battesimo e prese il nome di Eugenio come segno di ringraziamento al Papa Eugenio Pacelli per quanto aveva fatto in aiuto degli ebrei.

La Santa Sede ha costituito una Commissione mista, formata da tre cattolici (Eva Fleischner, il gesuita Gerald Fogarty, Don John Morley) e tre ebrei (Michael Marrus, Bernard Suchecky, Robert Wistrich), evidentemente tutti studiosi di chiara fama.

Lo scopo è di fare insieme unanalisi accademica sulla figura di Pio XII, non solo sulla base di 12 volumi già pubblicati, analizzando qualunque altra fonte documentaria eventualmente non ancora pubblicata. Questa è l’estrema prova di buona volontà della Santa Sede che ha sempre dichiarato di non aver nulla da temere dalla verità. Il lavoro di questa commissione mista, che è del tutto indipendente dal processo di beatificazione di Pio XII, potrà certamente consolidare il dialogo tra ebrei e cattolici aiutando un po’ tutti a percorrere una strada che potrebbe risolvere i pregiudizi storici ed atavici.

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