venerdì 5 agosto 2011

Il territorio come luogo di vita


«Gli utenti spezzeranno le catene del trasporto superpotente quando cominceranno di nuovo ad amare come un territorio il loro circondario e a temere di allontanarsene troppo spesso. In questo modo scomparirebbe il bisogno ossessivo di andare sempre più lontano, sempre più rapidamente e sempre più spesso. Come compenso, si avrebbe il ritorno al senso del luogo di vita, che è un elemento strategico del programma della decrescita»

Tratto dal libro "Come si esce dalla società dei consumi" di Serge Latouche

Perché ripetere ogni anno il rito delle code in autostrada, con incidenti annessi, senza magari aver mai visto i luoghi più belli della Provincia di Brescia, raggiungibili anche in bicicletta?

Perché pagare un mucchio di soldi per farsi sballottare in macchine di metallo (leggasi aerei, giochi dei parchi divertimento, etc.) quando non si ha mai visto l'alba sulle torbiere o passeggiato verso il Monte Guglielmo al calar della sera?

Perché cambiare vestiti, acconciature, stili di vita e prodotti di consumo seguendo gruppi musicali d'oltre oceano o altre mode senza ever mai assistito ad un concerto di Ettore Giuradei?

Perché seguire gli omologati telegiornali nazionali e leggere i giornali scritti ed influenzati dalle solite élite anziché contribuire attivamente alla formazione ed all'informazione della comunità in cui siamo immersi?

Ci sono molti perché e molte risposte a queste domande. Non sono poste come indicatrici di verità o giustizia ma solo come spunti di riflessione. Prima di pescare una risposta dal cuscinetto culturale attraverso cui interagiamo con la realtà e che si è depositato sui nostri occhi per via della passività, fermati a riflettere.
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