sabato 7 gennaio 2012

Scambio e riuso - IL CERCHIO DA CHIUDERE


 Nell’ambito della rassegna “Il cerchio da chiudere – Festival del riuso/riciclo”, in corso presso il Monastero di San Pietro in Lamosa, a Provaglio d’Iseo, è previsto per domenica 8 gennaio 2012 (e sarà ripetuto domenica 15 gennaio), dalle ore 14 alle 18, un appuntamento all’insegna dello scambio. Sulla base del principio “ciò che non serve più a te può servire ad altri; ciò che non serve più ad altri può servire a te”, tutti coloro che hanno libri, vinili-cd-dvd, accessori di abbigliamento, giochi e, nel caso dei bambini, figurine in buono stato ma inutilizzati, avranno la possibilità di scambiarli con quelli altrui.

E’, lo scambio di oggetti, peraltro praticato spontaneamente nelle relazioni di amicizia e di vicinato, una delle forme più naturali e umane per riusare e attribuire valore alle cose: scelta, questa, tanto più auspicabile quanto più l’iper-sfruttamento delle risorse naturali consiglia di limitarne lo spreco, allungando la vita dei prodotti. Ed è proprio per questo che iniziative del genere stanno prendendo sempre più piede, a cominciare dalle metropoli, riflettendo sia una crescente sensibilità ecologica, sia il desiderio di relazioni sociali non mercantili. 

Proprio la consapevolezza di quanto sia oggi strategica la pratica del riuso e del riciclo ha condotto il Monastero provagliese a promuovere la rassegna citata all’inizio, di cui, oltre ad alcuni momenti di scambio come quello ricordato, fanno parte anche dimostrazioni concrete di riuso e una mostra, visitabile fino al prossimo 29 gennaio, che offre testimonianza di una serie di pratiche del riuso/riciclo. Si va dai quadri di Bruno Quaggio, dalle sculture di Alessandro Zanni e dagli abiti artistici della LABA di Brescia, tutte opere confezionate con materiali d’uso comune riciclati, ai prodotti e ai processi delle aziende che si basano sul riuso/riciclo: collane e orecchini raffinatissimi fatti con carta di giornale, mobili scartati e risistemati, borse eleganti fatte col pvc dei cartelli pubblicitari, e poi documentazione sulle imprese che riciclano rifiuti organici, plastica, automezzi, elettronica.

L’impegno del Monastero di San Pietro in Lamosa (esempio lampante di riuso millenario) sul tema del riuso/riciclo si spiega con la sua scelta di recuperare e “riusare” la sua funzione originaria. Al pari dei monasteri delle origini, sorti per alimentare la speranza in tempi di grave crisi, esso intende alimentarla oggi, di fronte alla crisi odierna, che è la crisi di un modello di sviluppo basato sullo spreco, per cui la speranza di superarla è affidata anche alla diffusione del riuso/riciclo.

Per maggiori informazioni: depliant dellarassegna.

Fondazione Culturale San Pietro in Lamosa 

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