Io sono molto all'antica rispetto al nostro Sindaco, perciò meno avvezza a twit e messaggini, ed
assolutamente convinta di non aver bisogno di Facebook per comunicare.
Mi ci vuole un po' di tempo per trovare le parole giuste. E non parlare a vanvera.
Ma non mi piace lasciare le cose in sospeso.
Credo che quando si desideri controbattere a qualsivoglia contestazione, sia necessario procedere punto per punto: brevi e criptici messaggi insinuanti verità nascoste non servono a nulla, se non a dimostrare che non si hanno argomenti fondati per farlo.
Quindi copio e incollo, e riparto da qui:
«Chiedere informazioni a clarabella e ai richiedenti asilo in prima persona, sarebbe la prima cosa da fare,ma forse chi predica di passare dalle parole ai fatti si dimentica di mettersi in gioco in prima persona. Qualsiasi risposta io possa dare sarebbe inutile perché vista con occhi di parte, ma chiedere ai diretti interessati e ai loro operatori forse potrebbe essere più obiettivo; forse sapere la verità disturba; ma tutti questi sono solo dei stupidi semplici forse. Beato chi ha certezze!»
(Commento di Marco Simonini alla mia Lettera aperta al Sindaco, Il Provagliese 1/04/2016)
1 Chiedere informazioni a clarabella...
Premesso che se il Comune avesse attivato dei veri progetti sull'accoglienza di richiedenti asilo, i cittadini (tra i quali ci sono anch'io) ne sarebbero al corrente;
premesso inoltre che, avendo partecipato alla Serata sull'accoglienza organizzata da Laboratorio Polis in data 31 ottobre 2014, sono a conoscenza del fatto che sul territorio del nostro Comune, in quel periodo, erano alloggiati alcuni ragazzi richiedenti asilo, in carico alla cooperativa Clarabella; detto che durante tale serata, Alessandro Sipolo, operatore dello Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), aveva invitato i presenti ad avvicinarsi a questi ragazzi, a prendere contatti, a parlare con loro, promuovendo quell'integrazione evidentemente non ritenuta necessaria da altri soggetti;
considerato che non mi sembra si possa far rientrare questa silenziosa (chi sapeva?) quanto involontaria (l'immobile appartiene ad una cooperativa associata a Clarabella) ospitalità sul territorio nella categoria "progetti di accoglienza";
ricordato che tra la cooperativa Clarabella ed il Comune è stata firmata una convenzione già citata nella mia lettera aperta, di cui peraltro si conosce l'esistenza solo grazie ad un elogio pubblico della minoranza, ma non si sa nulla riguardo ai particolari dell'attuazione;
tutto ciò premesso, detto, considerato e ricordato, mi chiedo: siamo proprio sicuri sia un dovere del cittadino andare a reperire informazioni a destra e a manca? Non è invece un dovere dell'amministrazione informare la popolazione sulle decisioni prese e renderla partecipe delle varie iniziative?
2 ...e ai richiedenti asilo...
Chi sono, dove li posso incontrare e cosa dovrei chiedere loro per colmare le mie grosse lacune, magari lo scoprirò nel prossimo commento.
Ma non mi piace lasciare le cose in sospeso.
Credo che quando si desideri controbattere a qualsivoglia contestazione, sia necessario procedere punto per punto: brevi e criptici messaggi insinuanti verità nascoste non servono a nulla, se non a dimostrare che non si hanno argomenti fondati per farlo.
Quindi copio e incollo, e riparto da qui:
«Chiedere informazioni a clarabella e ai richiedenti asilo in prima persona, sarebbe la prima cosa da fare,ma forse chi predica di passare dalle parole ai fatti si dimentica di mettersi in gioco in prima persona. Qualsiasi risposta io possa dare sarebbe inutile perché vista con occhi di parte, ma chiedere ai diretti interessati e ai loro operatori forse potrebbe essere più obiettivo; forse sapere la verità disturba; ma tutti questi sono solo dei stupidi semplici forse. Beato chi ha certezze!»
(Commento di Marco Simonini alla mia Lettera aperta al Sindaco, Il Provagliese 1/04/2016)
1 Chiedere informazioni a clarabella...
Premesso che se il Comune avesse attivato dei veri progetti sull'accoglienza di richiedenti asilo, i cittadini (tra i quali ci sono anch'io) ne sarebbero al corrente;
premesso inoltre che, avendo partecipato alla Serata sull'accoglienza organizzata da Laboratorio Polis in data 31 ottobre 2014, sono a conoscenza del fatto che sul territorio del nostro Comune, in quel periodo, erano alloggiati alcuni ragazzi richiedenti asilo, in carico alla cooperativa Clarabella; detto che durante tale serata, Alessandro Sipolo, operatore dello Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), aveva invitato i presenti ad avvicinarsi a questi ragazzi, a prendere contatti, a parlare con loro, promuovendo quell'integrazione evidentemente non ritenuta necessaria da altri soggetti;
considerato che non mi sembra si possa far rientrare questa silenziosa (chi sapeva?) quanto involontaria (l'immobile appartiene ad una cooperativa associata a Clarabella) ospitalità sul territorio nella categoria "progetti di accoglienza";
ricordato che tra la cooperativa Clarabella ed il Comune è stata firmata una convenzione già citata nella mia lettera aperta, di cui peraltro si conosce l'esistenza solo grazie ad un elogio pubblico della minoranza, ma non si sa nulla riguardo ai particolari dell'attuazione;
tutto ciò premesso, detto, considerato e ricordato, mi chiedo: siamo proprio sicuri sia un dovere del cittadino andare a reperire informazioni a destra e a manca? Non è invece un dovere dell'amministrazione informare la popolazione sulle decisioni prese e renderla partecipe delle varie iniziative?
2 ...e ai richiedenti asilo...
Chi sono, dove li posso incontrare e cosa dovrei chiedere loro per colmare le mie grosse lacune, magari lo scoprirò nel prossimo commento.
Ribadito e rivendicato il mio diritto all'informazione, sono sempre felice di fare nuove conoscenze.
3 ... chi predica di passare dalle parole ai fatti si dimentica di mettersi in gioco in prima persona.
e
4 Qualsiasi risposta io possa dare sarebbe inutile perché vista con "occhi di parte"...
Io non predico proprio nulla! Le prediche le lascio fare a qualcun altro...
Del mio passare dalle parole ai fatti, o meno, rispondo solo alla mia coscienza; mentre un Sindaco, quando agisce in veste istituzionale, ne deve rispondere anche ai suoi cittadini.
E un Sindaco dovrebbe rispondere a tutti i cittadini, anche a quelli che, secondo lui, leggono con "occhi di parte". Altrimenti dica pubblicamente che risponde solo a chi l'ha votato, così facciamo prima: la maggior parte di noi eviterà di chiedere, e rispondere agli altri non sarà certo un problema.
Comunque sia, mi preme molto precisare che, in questo caso, il mio essere "di parte" coincideva con lo stare dalla parte di chi arriva e, purtroppo, non viene accolto. Se il Sindaco ci ha visto un'altra "parte" sono i suoi, di occhi, a non funzionare, e non certo i miei!
5 ...chiedere ai diretti interessati e ai loro operatori...
Vedere punto 2.
6 ...sapere la verità disturba...
Davvero?!? Io non credo. La verità non disturba affatto. A volte può far male, ma va comunque e sempre cercata.
E, soprattutto: verità e trasparenza siano alla base della gestione della cosa pubblica!
7 ...tutti questi sono solo dei stupidi semplici forse.
Sulla forma avrei da ridire, ma sul significato concordo in pieno.
8 Beato chi ha certezze!
Non so...
Risiedere in un Comune "non accogliente" non mi dà proprio un gran senso di beatitudine. Nonostante le mie (poche) certezze.
Comunque, se il Sindaco vorrà aggiungerne altre, almeno saremo tutti più informati.
D'altra parte sarebbe proprio il caso di fare un po' di chiarezza:
il Sindaco è tra i firmatari di un accordo stipulato tra Prefettura di Brescia e circa 40 Comuni della provincia che si sono sostanzialmente dichiarati a favore dell'accoglienza dei rifugiati, ma la sua amministrazione non attiva progetti per aderire alla catena Sprar;
grazie alla Convenzione tra il Comune e la cooperativa Clarabella, pare che alcuni richiedenti asilo eseguano "attività di pubblica utilità" sul territorio, ma la popolazione non viene né informata né coinvolta.
Beh, non mi si venga a dire che qui si fa accoglienza! E tantomeno integrazione!
e
4 Qualsiasi risposta io possa dare sarebbe inutile perché vista con "occhi di parte"...
Io non predico proprio nulla! Le prediche le lascio fare a qualcun altro...
Del mio passare dalle parole ai fatti, o meno, rispondo solo alla mia coscienza; mentre un Sindaco, quando agisce in veste istituzionale, ne deve rispondere anche ai suoi cittadini.
E un Sindaco dovrebbe rispondere a tutti i cittadini, anche a quelli che, secondo lui, leggono con "occhi di parte". Altrimenti dica pubblicamente che risponde solo a chi l'ha votato, così facciamo prima: la maggior parte di noi eviterà di chiedere, e rispondere agli altri non sarà certo un problema.
Comunque sia, mi preme molto precisare che, in questo caso, il mio essere "di parte" coincideva con lo stare dalla parte di chi arriva e, purtroppo, non viene accolto. Se il Sindaco ci ha visto un'altra "parte" sono i suoi, di occhi, a non funzionare, e non certo i miei!
5 ...chiedere ai diretti interessati e ai loro operatori...
Vedere punto 2.
6 ...sapere la verità disturba...
Davvero?!? Io non credo. La verità non disturba affatto. A volte può far male, ma va comunque e sempre cercata.
E, soprattutto: verità e trasparenza siano alla base della gestione della cosa pubblica!
7 ...tutti questi sono solo dei stupidi semplici forse.
Sulla forma avrei da ridire, ma sul significato concordo in pieno.
8 Beato chi ha certezze!
Non so...
Risiedere in un Comune "non accogliente" non mi dà proprio un gran senso di beatitudine. Nonostante le mie (poche) certezze.
Comunque, se il Sindaco vorrà aggiungerne altre, almeno saremo tutti più informati.
D'altra parte sarebbe proprio il caso di fare un po' di chiarezza:
il Sindaco è tra i firmatari di un accordo stipulato tra Prefettura di Brescia e circa 40 Comuni della provincia che si sono sostanzialmente dichiarati a favore dell'accoglienza dei rifugiati, ma la sua amministrazione non attiva progetti per aderire alla catena Sprar;
grazie alla Convenzione tra il Comune e la cooperativa Clarabella, pare che alcuni richiedenti asilo eseguano "attività di pubblica utilità" sul territorio, ma la popolazione non viene né informata né coinvolta.
Beh, non mi si venga a dire che qui si fa accoglienza! E tantomeno integrazione!
Claudia Paini